Valutazione comparativa in frutteto sui dispositivi per la riduzione della deriva presenti sul modello M612-Südtirol – Martignani

L’irroratrice “Südtirol 2015” (mod. M-612 Multi-Flow) della Martignani S.r.l. di S. Agata sul Santerno (RA) è un nebulizzatore caratterizzato da un innovativo sistema di orientamento e regolazione del flusso d’aria in grado di creare, per l’appunto, una “cortina d’aria” a protezione delle zone sensibili in prossimità del bordo dell’appezzamento trattato (Fig. 1). Tale “cortina” consente di evitare che la miscela fitoiatrica, eventualmente non depositata sul bersaglio, raggiunga siti diversi da quello oggetto del trattamento, riducendo il rischio di generare deriva durante la fase di applicazione degli agrofarmaci (deriva primaria).

Il modello in prova è stato concepito come evoluzione della precedente macchina “Südtirol 2001” (Fig. 2), ideata per trattare i frutteti delle zone dell’Alto Adige, che fin dal passato si caratterizzano per una notevole altezza della chioma, ma che negli anni hanno subito considerevoli modificazioni nell ‘architettura dei sesti d’impianto e nella struttura, per l’affermarsi di una più moderna tecnica di potatura.

Figura l – Nebulizzatore “Südtirol 2015” Mod. M-612 Multi-Flow in prova presso l’Azienda sperimentale Spagolle gestita dalla Fondazione E. Mach

Figura 2 – Macchina a polverizzazione pneumatica modello Südtirol 2001

Materiali E Metodi

Il trattamento è stato realizzato su un frutteto di varietà Fuji con distanza fra le file di 3.4 m, adiacente ad un altro di varietà Golden reinders con medesimo sesto d’impianto. L’appezzamento, messo a dimora nel 2009, si trova in lieve pendenza (3%) ed ha filari orientati N-S. Al momento della sperimentazione, l’altezza delle piante era di circa 3.2 ± 0.2 m.

L’attrezzatura in prova è stata regolata dal personale tecnico della ditta Martignani per distribuire 300 l/ha di miscela concentrata contenente vari prodotti fitosanitari , i cui principi attivi non erano stati impiegati utilizzati nella difesa fitosanitaria aziendale fino al momento della prova (Tabella 1).

Tabella l – Prodotti fitosanitari traccianti impiegati durante la sperimentazione
Prodotto commercialePrincipi/o attivo/i
BellisBoscalid pyraclostrobin
GeoxeFludioxonil
Dursban 75 WGChlorpyrifos

Per verificare quanto sopra detto, prima di iniziare la prova, è stato prelevato un campione di mele su cui sono stati ricercati i quattro principi attivi impiegati nella miscela tracciante. I risultati dell’analisi sono riportati nella tabella sottostante (Tabella 2).

Tabella 2 – Risultati dell’analisi multi residuo su campione pre-trattamento al fine di escludere che la miscela tracciante non fosse mai stata impiegata in precedenza nell’appezzamento in prova.

Figura 3 – Schema di trattamento e campionamento della prova

Per ognuna delle tre tesi tesi sono stati raccolti 4 campioni di 25 mele ciascuno, sia sul filare subito adiacente a quelli trattati che sul filare successivo, che sono stati consegnati al laboratorio chimico della Fondazione Mach per la determinazione dei residui dei pp. aa. impiagati per il test.

Al fine di evidenziare le differenze fra le modalità di trattamento messe a confronto, in termini di deriva generata, i dati ottenuti sono stati sottoposti ad analisi della varianza. Il test statistico adottato è l’ANOVA ad una via per ranghi di Kruskal-Wallis, un metodo non parametrico per il confronto fra più gruppi con campioni indipendenti. L’analisi è stata condotta distintamente per il ciascuna delle due file non trattate comprese nel campionamento e, per cercare di evidenziare maggiormente le differenze fra le tesi, senza tener conto del tipo di sostanza attiva- visto anche il basso livello di contaminazione, molto vicino al limite di rilevabilità – aumentando così il numero di repliche per ogni modalità di trattamento.

Risultati E Discussione

In tabella 3 sono riportati i risultati delle analisi sui campioni raccolti dal primo filare adiacente all’appezzamento trattato. I dati sono suddivisi per ciascun analita ricercato e risulta evidente come i livelli di contaminazione riscontrati sulle mele siano poco al di sopra del limite di rilevabilità strumentale per ciascun principio attivo considerato già per i campioni di questo filare.

Tabella 3 – Risultati delle analisi condotte sui campioni di mele Fuji raccolte dal primo filare adiacente a quelli trattati

Analogamente in tabella 4 sono riportati i risultati delle analisi sui campioni raccolti dal secondo filare adiacente all’appezzamento trattato, successivo a quello di Fuji non trattato.

Tabella 4 – Risultati delle analisi condotte sui campioni di mele Golden raccolte dal secondo filare adiacente a quelli trattati

 

Fin da una prima lettura dei risultati è possibile osservare come nelle condizioni operative in prova, rispetto alla configurazione di riferimento – macchina operante senza impiego della carica elettrostatica e con bocchette ortogonali ai filari – la soluzione con dispositivo per il trasferimento della carica elettrostatica attivato non abbia prodotto alcun miglioramento nella contaminazione per deriva nei filari adiacenti all’appezzamento trattato. Infatti il numero di campioni contaminati e di principi attivi ritrovati è risultato molto simile sia per quanto riguarda il filare adiacente all’ultimo filare trattato, sia per quello successivo. La regolazione del nebulizzatore con bocchette parallele al filare trattato – e la conseguente formazione della cortina d ‘aria a protezione dei filari adiacenti ai trattati – in abbinamento con il dispositivo a carica elettrostatica attivo, pur avendo prodotto un livello di contaminazione sul filare adiacente al trattato paragonabile a quello delle altre tesi , ha consentito di evitare totalmente l’inquinamento del filare di Golden reinders.

Nessuna ulteriore evidenza è emersa dell’analisi dei dati mediante approccio statistico. Infatti sia per le mele del filare adiacente a quelli trattati che di quello successivo, la contaminazione per i diversi principi attivi traccianti è risultata statisticamente non diversa (p<0,05) per ciascuna delle configurazioni testate. È stato possibile osservare un maggior differenziamento fra le tesi, seppur solo tendenziale, non considerando il tipo di principio attivo tracciante e, in tal modo, aumentando fittiziamente il numero delle osservazioni per ciascuna configurazione in prova (Kruskal-Wallis test: H [2, N= 48] =5.374175 p =.0681) per i campioni di Fuji adiacente ai trattati, ma non per quelli di Golden (Kruskal-Wallis test: H [2, N= 48] =2.977841 p =.2256).

La prova è stata svolta presso l’Azienda sperimentale Spagolle della Fondazione De Bellat, sita fra Castelnuovo e Borgo Valsugana (TN), in parte gestita dalla Fondazione E. Mach di S. Michele all’Adige.

Fondazione Edmund Machl/Lstituto Agrario S. Michele All’Adige

CTT- Unità Protezione delle piante e biodiversità agroforestale

Via Mach,l

S. Michele all’Adige (TN) -ITALY

Email: centrodisaggio.ctt@fmach.it

ANNO2016
COLTURAAppie, Malus domestica, MABSD
TARGETRiduzione della deriva
SPONSORMartignani Claudio
 Martignani s.r.l.

 

DIRETTORE DI STUDIO: Dott. GINO ANGELI (gino.angeli@fmach.it)

RICERCATORE PRINCIPALE: Dott. Daniel Bondesan (Daniel.bondesan@fmach.it)

DIREZIONE DEL CENTRO DI SAGGIO: Centro di saggio FEM/IASMA (D.M. 6 June 2000, Prot. n. 33038; D.M. 10 March 2005, Prot. N 39023 e D.M. 23 February 2010 n. 03757 e D.M. 24 June 2011).

CONVALIDA DELLO STUDIO

Il processo è stato condotto secondo le buone pratiche sperimentali (GEP) e nel rispetto del regolamento (CE) N° 1107/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009.

Data: 24/01/2017

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